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Lacrima facile

19/01/2012

Ho una recensione in fase di correzione e metà articolo pronto per essere pubblicato qui. E chissenefrega non ce lo metto? Sì ci sta bene.. ma volevo solo dirvi che tutto ciò rimarrà come bozza ancora per un po’ perchè oggi vi parlo d’atro.

Ho un problema da qualche tempo che pensavo di aver risolto da tempo: la lacrima facile!

Sono sempre stata una romanticona dall’occhio perennemente lucido, ma dopo la mia passata relazione finita in modo alquanto tragicomico pensavo di aver esaurito tutti i liquidi all’interno del mio corpo (ragionamento sensatissimo per una che studia nel campo medico.. vergogna Effe, vergogna!). Per qualche anno infatti ho vissuto di rendita, trasformandomi nell’Iron Lady de borgata senza capire che in realtà i stavo solo ricaricando, come le batterie. Ed ora rasento lo schifo, insultandomi per la donna che sono diventata: una piagnucolona da love story e cofana di gelato anti-depressivo. Non ci credete? per farvi un’idea vi racconto l’ultima settimana.

Mercoledì 11.secondo giorno di tirocinio in clinica ematologica, più precisamente nella sala ricreativa dei bambini. C’è un via vai pazzesco e molte volte mi dimentico con chi ho a che fare, così gioco e seguo i bambini come se nulla fosse; faccio il mio lavoro, attraverso il gioco osservo i bambini e comunico con loro riguardo paure perplessità e desideri di “normalità”. Tutta questa professionalità s’interrompe quando arriva una bimbetta di 4 anni: impietrita la guardo ed inizio a ragionare su quanto quello scricciolo dai capelli corti mi somigliasse. La giornata prosegue normale, ma quando la sera entro nel letto alla ricerca del sonno perduto inizio a piangere a dirotto! I miei occhi si sono involontariamente riempiti di lacrime ed io non potevo farci nulla.

Ieri. Dopo 18 ore di assenza da casa, decido di tornare verso mezzanotte sperando di trovare la family in piena fase rem per non disturbare. Come volevasi dimostrare trovo mia madre in sala concentratissima a vedere “Amore & altri rimedi”.  Cercando di avere un breve dialogo con la donna che 22 anni  fa ha preferito me piuttosto che vedersi un film e spinta dalla curiosità verso la trama mi fondo con la poltrona. In pratica il film si basa sulla storia di sesso prima d’amore poi tra il fichissimo Jake Gyllenhaal, informatore farmaceutico, e la folle artista Anne Hathaway, giovane parkinsoniana. Dato che la mia prima ipotesi per la tesi era appunto il sesso nel disabile (e quindi la terapia per l’autonomia che si può applicare in questo campo) volevo vedere come Hollywood potesse affrontare la disabilità. Peccato che tutto questo impegno è andato a farsi fottere dopo 20 minuti, momento in cui ho iniziato a piangere insieme alla bravissima Anne (e,secondo me, anche insieme a mia madre). Giusto per farvi capire il livello di sdolcinatezza si lascio con una citazione presa dal film (dialogo finale, parla il superficoinnamorato)

“Io sono un grande stronzo….anzi no, sono consapevolmente un grande stronzo, perchè non mi è mai importato di niente e di nessuno in tutta la mia vita e la verità è che più o meno tutti l’hanno accettato…sai è così…è Jamie….e poi tu…Dio….tu! Tu non hai mai pensato questo di me. Io non ho mai conosciuto nessuno che pensasse davvero che io volessi qualcosa, finchè non ho incontrato te…e allora l’hai fatto credere a me, perciò sfortunatamente io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me!” 

Oggi. Come avrete capito (spero per voi perche non vi dirò molto di più per i prossimi mesi) la mia tesi si svolge nel reparto pediatrico di ematologia e, per chi passa da qui già da un po’, avrà capito che questo è il mio ennesimo modo per ricambiare con la stessa moneta chi più di 15 anni fa ha aiutato me e la mia famiglia. Proprio per questo motivo a mia madre è venuta in mente la brillante idea di darmi di nascosto il diario che mio padre scrisse nei 40 giorni del mio ricovero. Questo libro nero gentilmente lascatomi sul letto mi osserva da stamattina e, dopo un’ora di richiama, ha catturato la mia attenzione. Inutile dire che alla terza pagina l’ho chiuso a causa dei goccioloni di dimensioni inaudite che uscivano senza controllo dai miei occhi! Una scarica di emozioni mi ha completamente bloccata a pagina 3 e non penso che riuscirò mai a continuare per altre 70.

Dicono che il primo passo per affrontare un problema è ammettere che questo ci sia… speriamo bene, perchè io mi son rotta di avere gli occhi gonfi come una ranocchia (ok FarNOCCHIA.. ma a tutto c’è un limite)!

13 commenti leave one →
  1. 19/01/2012 15:30

    t’ho letta tutta d’un fiato!
    Non voglio dirti nulla….perchè piango…
    quindi …capisci a me….
    più invecchi e più ti commuovi…e poi piangi…
    secondo me è come la catena di S. Antonio…
    Ho lo stesso tuo problema…non sono un medico, non sono giovane come te…
    ho 50 anni e mi basta una scemata che….
    il mio rimedio quando esco? gli occhiali scuri…
    e se non posso portarli?…beh….pace…mica è una vergogna…

    la sensibilità per me è un sentimento essenziale…
    soprattutto nel tuo lavoro…
    ma senza dubbio ci sarà qualcuno che saprà aiutarti con qualche buon consiglio…
    io sono una frana!
    resto in ascolto ..magari ne esce qualcosa anche per me… 🙂
    vento

  2. 19/01/2012 15:50

    periodo lacrimoso anche per me, ma ho deciso proprio ieri di rinunciare al gelato anti depressivo con un acquisto shock… accetto compagne d’avventura!
    http://gatmetro.wordpress.com/2012/01/18/deep-water/

  3. 19/01/2012 17:19

    Fa bene vivere questi momenti ogni tanto…

  4. 19/01/2012 17:25

    Io sono sempre stata così! Però c’è da dire che piango per le stupidaggini tipo film, libri e cose del genere, ma per quelle serie no. Mmmmm è strano!

  5. 19/01/2012 19:40

    ok…lo ammetto…sono rimasta di pietra davanti al velo di ironia che riesci a tirar fuori nonostante il tuo post sia ricco di notizie non troppo divertenti!
    lo hai sempre fatto Effe…ho sempre letto pensieri rosa nei tuoi post, anche quando c’era davvero da mettersi le mani nei capelli..e, a distanza di più di un anno che ti seguo, posso riconfermare che questo è uno dei blog più belli che mi sia capitato di leggere.
    Certe cose fanno male..io ti capisco (ma per ragioni che non sto qui a spiegare nessuno sa della mia storia)..ma le persone come noi devono trovare la forza di accettare che il problema c’è stato o c’è (nel mio caso)..bisogna imparare a conviverci..e mi riferisco al tuo problema di 15 anni fa (sul quale ricordo che hai dedicato una pagina di questo blog).
    Non violentarti e attendi il momento migliore per poter riaprire quel diario…
    saprai solo tu quando sarai pronta a leggerlo..e comunque vedrai, che nel momento in cui avrai la forza di accettare il passato, incamerare i ricordi e farli divenire solo uno stralcio di vita vissuta (male purtroppo), allora sarai più forte per tutto…anche per guardare negli occhi una bimba di 4 anni, senza tornare a casa e pianegere con la testa nel cuscino!
    un abbraccio!
    Mary

  6. 20/01/2012 12:55

    Leggere quel diario del punto 3 penso sia fonte di lacrime per chunque, anche per chi le ha difficili…

  7. 22/01/2012 14:42

    Eccheccazzo … avevo smesso ieri sera dopo quasi tre ore ininterrotte provocate dalla visione di “The help” per ricominciare adesso… ti abbraccio!

  8. 22/01/2012 15:04

    @tantopercantare
    The Help? Mi han detto che merita…vado a vederlo e mi faccio qualche pianto, che ne dici?

  9. 22/01/2012 19:07

    Be’, sono l’ultima persona al mondo che può aiutarti a risolvere questo problema fastidiosissimo (comprendo perfettamente, credimi! D’oh! >___< ) ma mi viene da dire che in fondo gli esempi fatti giustificano una lacrimuccia, dai… Per restare impassibili di fronte a certe cose bisognerebbe essere di ferro, sicché rallegrati mentre piangi e pensa "che culo, non sono di ferro!"

  10. 25/01/2012 11:34

    ok ritorniamo ora su questo post… e…cazzo te credo che piangi! quel film è micidiale!!! 😀
    pure io quando l’ho visto l’altro giorno mi sono fatta certi piantoni. Maledetto sky, ti da sempre quel paio di film mensili in cui devi fare la donnicciola, rannicchiarti e non rompere i coglioni 🙂

  11. 29/01/2012 19:53

    Beh, non c’è niente di male a farsi un sano pianto…
    Però – e non hai certo bisogno che io te lo dica – se lavori e lavorerai in un reparto di ospedale come quello nel quale sei ora a lavorare per la tesi, sarai spesso costretta a confrontarti con situazioni che strapperanno ben più di una lacrima…

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